Un’antologia di tutte le poesie di Giuseppe Laino non è mai stata pubblicata. Alcuni dei suoi componimenti giacciono ancora su un’isola deserta, in attesa di mani pronte e volenterose che, con coraggio piratesco, trovino il cuore per scavare alla ricerca dei tesori nascosti che nascondono.
Qui tenteremo di riportarne una parte, originariamente raccolti sul sito sotto il titolo “Tra vita e morte”.
Abbiamo scelto di dividere le poesie in base a tre temi principali, rischiando forse di incorrere in semplificazioni, ma garantendoci in futuro la possibilità di alimentare ogni tema con nuove pubblicazioni.
Tra questi titoli, come noterete, la morte scompare; diventa anch’essa parte della vita e, pur rimanendo fortemente attaccata alle parole di mio padre, le libera oggi di ogni vincolo di tempo e durata, le lascia in pace, rendendole più forti e vive che mai.
A introduzione di questa piccola raccolta, pongo una poesia di Giuseppe che, a mio avviso, racchiude in sé l’animo della sua produzione poetica e che, non a caso, si intitola Antefatto.
Antefatto
Non ho contadini e langhe di cui parlare, io
e nemmeno miti lontani in cui soffocare tormentati pensieri,
i miei vecchi li ho persi per sempre nel vento.
Della mia terra d’origine ho scordato tradizioni e lingua
e nei suoni suoi, agli estranei aspri e crudeli, percepisco
distanze incolmabili che l’animo mi straziano di malinconia.
I miei nuovi vicini, poi, hanno morto nel cuore il passato
a correre veloci non si gode il presente, figurarsi il passato –
Qui, a metter radici non basta di certo una vita
e a pensarci bene non ne vale nemmeno la pena:
ci si danna l’anima a sperare di entrare nel giro
di chi già si guarda in cagnesco di suo.
Ma non è un male un cuore smarrito che cerca,
a iniziare con niente dietro ci si conserva giovani
sebbene traboccanti d’ansie
e di paure che fanno tremare mani e cuori.
Fragili si ascolta e piange come donne,
come donne cariche di ogni umano dolore,
come donne si ha una gran sete e una gran fame dell’intero universo.
Malconcio ho proseguito incerto e a lungo
in un crescendo acutizzarsi di sensi
finché mi è sembrato normale e ragionevole e giusto
scoprire il passato non molto lontano.
Scoprire che non occorre fatica a trovarlo,
che è là e qua, e ovunque sia uomo che lavori,
fabbrica o terra, e sudore.