Luogo: Val Sesia
Dislivello:3000 mt c.ca
Durata: Trekking di tre giorni. 26/27/28 luglio 2010
Percorso: Alagna, Val d’Otro, Passo Foric, Col d’Olen, Punta Indren, Punta Giordani.
Siamo partiti, io e Lorenza, dal centro di Alagna alle 7.45 del 26 luglio 2010. Il sentiero si diparte fiancheggiando costruzioni finché, superata una strada asfaltata, si inoltra nel bosco.
Alle 9. 15 giungiamo nella splendida val d’Otro e al piano ove sorgono le prime baite della frazione Follu (1664 metri). Raggiungiamo la chiesa e il rifugio “Ristoro Zar Senni”.
Nell’antica lingua Walser, Zar Senni, significa “alla latteria” perchè era sede della latteria del consorzio d’Otro.
Dopo aver prenotato cena e letto, decidiamo di girovagare per questa meravigliosa e unica valle.
In fondo, davanti a noi – sulla destra, coperto da qualche nuvola – il massiccio del Corno Bianco. Sotto la sua cima, a 2386 metri di altitudine, da dove si vede nascere il corso d’acqua omonimo, c’è il primo dei due laghi di Tailli. Il secondo, poco oltre, è a 2460 metri.
Giungiamo in qualche minuto a Scarpia (1726 metri), una nuova frazione, e poi all’Alpe Pianmisura (1782 metri) da cui si scorge Passo Foric (2432 metri).
Più avanti, all’incrocio per Passo Foric, decidiamo di proseguire verso il rifugio Ravelli (2504 metri). Il sentiero con erba alta e bagnata e una fitta pioggerellina ci fanno decidere di tornare nonostante il paesaggio meraviglioso. Tornati a Follu decidiamo di salire verso il Belvedere, ove sorgeva un albergo poi distrutto da un incendio. Nel percorso il paesaggio di una valle fiorita e le baite di Ciucche, appena sopra Follu [ciucche significa “sulla roccia”].
Infine arriviamo ai ruderi dell’albergo (1824) e ci rendiamo conto, guardando a picco sotto i nostri piedi Alagna e oltre il col di Mud e il Tagliaferro e la cima Carnera, del perché quel posto di chiama Belvedere.
A sinistra vediamo il monte Torru (2508 metri), appena più sopra la vecchia funivia; Alagna ai nostri piedi, sovrastata dal Carnera, il Tagliaferro, la cui cima è nelle nuvole, il Passo del Gatto e il Mud. Tornando verso Otro ci vediamo davanti, oltre la vallata, la cima Mutta (2135).
Ultime foto della giornata, poi doccia, riposo e lettura. Una cena vegetariana al rifugio e poi a nanna. Il giorno dopo si parte verso Passo Foric. In poco più di 30 minuti eccolo apparire, con alle spalle il nevaio del Puio e il corno Bianco.
Il sentiero scende a valle per poi risalire sull’altro versante verso il col d’Olen. Troviamo genzianelle e un fiore stupendo di cui non conosco il nome, mentre si allontanano alle nostre spalle la cima del Torru e passo Foric. Sopra le nostre teste l’albergo Guglielmina. Decidiamo di deviare a sinistra verso il col d’Olen (2881 metri). Sul versante opposto la valle che porta verso Gressoney e il lago di Gabiet.
Dopo un breve pasto, appena più in alto del passo, con la cima del Corno Rosso davanti agli occhi, decidiamo di proseguire verso la cima del Corno dei Camosci.
Sotto di noi il pianoro di Cimalegna (circa 2900 metri) è avvolto nella nebbia, insieme al rifugio Vigevano (2864 metri). Anche gli stambecchi sono difficili da individuare nella foschia. Si ridiscende verso i rifugi dove ci attendono la cena e la branda.
Il giorno dopo, alle sei del mattino, il Monte Rosa.
Ora si guarda avanti, e dove si mettono i piedi. La pendenza è forte. E quando ci sembra di essere vicini, il passo rallenta per la stanchezza e ci sono crepacci da aggirare.
Poi si ridiscende. Superiamo le Roccette e raggiungiamo il rifugio Gnifetti. Rientriamo ad Alagna con la funivia; il percorso è velocissimo e privo di attrattive. Gli occhi e la mente sono colmi di ciò che abbiamo visto e provato negli attimi precedenti.